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Guida del Mondiale 2014 – 1^ parte

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ilaria_damico

Siamo alle porte dell’estate, tutti pronti a spalmarci sulle spiagge con le nostre carnagioni da impiegati del catasto. E l’evento principe di questa prima parte della stagione calda è solo uno: la liaison tra Ilaria D’Amico e Gigi Buffon. Screw the World Cup, a noi interessa solo il gossip. Quindi, prima di planare sulla battigia con la cremina protezione 50, è necessario fare un salto in edicola e acquistare un giornale scandalistico a piacere – Chi sembra essere il più preparato sulla vicenda, grazie Signorini – magari in accoppiata con un blocco enigmistico. Dei Mondiali, lo sapete, ci interessa poco: ne parliamo ora e non ne parliamo più (in quattro parti, due gironi alla volta).

Gruppo A – Brasile, Croazia, Camerun, Messico

Il primo girone è quello della squadra del paese ospitante. In genere è un gruppo leggero, in grado di permetterle il passaggio del turno, magari da capolista. In questo caso, però, non è andata benissimo  ai padroni di casa, nonostante siano considerati i grandi favoriti del torneo. Io, invece, sono un po’ in controtendenza e non credo che questo Brasile sia superiore a tutte le altre squadre. La nazionale di Felipao è sicuramente di grande qualità ma non è un carro armato, nel senso che come peso in campo ha qualcosa in meno di diverse avversarie per la vittoria finale. Manca il portiere, come al solito, e i difetti sono quelli di sempre: baricentro troppo variabile, terzini come ali, attenzione difensiva appena sufficiente. Però c’è il tifo, che vuol dire anche grande pressione. In ogni caso, io rimango dell’idea del rischio di un Maracanazo 2.0 contro un nuovo Uruguay. Il passaggio del turno è chiaramente una formalità. Meno certo è il nome della seconda squadra che supererà il girone, perché Croazia, Messico e Camerun hanno valori non troppo differenti tra loro. Gli unici europei del girone sono un po’ la mina vagante nel torneo, a mio parere. In rosa ci sono tanta qualità e giovani interessanti, che arrivano da una Under 20 che ha fatto paura a molti. Il vecchio ct, Stimac, se n’era andato dopo una sconfitta ininfluente contro la Scozia nell’ultima gara del girone di qualificazione del Mondiale, con la squadra già certa di giocare gli spareggi. La prestazione non gli era piaciuta e lo aveva fatto capire dimettendosi: i balcanici sono uno spettacolo. Ora in sella c’è Kovac – qualcuno lo ricorda al Bayern Monaco – che non ha molta esperienza ma è uscito indenne dai playoff. Si affiderà a un solidissimo 4-1-4-1, imperniato su due giocatori unti dal divino come Modric e Mandzukic. Il Camerun è al record di partecipazioni per un’africana al Mondiale, dove questa volta è arrivata però attraverso gli spareggi. C’è stato un po’ di ricambio generazionale ma l’ossatura è la stessa di quattro anni fa e lo smalto è un po’ venuto via. Eto’o è croce e delizia dei Leoni: prima lascia la nazionale, poi litiga con i tifosi, quindi torna ma se la prende con i compagni che lo coinvolgono poco nelle manovre di gioco. Non penso ci si potrà attendere molto da loro. La quarta del girone è il Messico, che ha faticato come mai per strappare un biglietto per il Brasile. Ha cambiato quattro allenatori in due mesi e giocato lo spareggio contro la nuova Zelanda – dopo aver dominato per anni la zona del Conmebol – lasciando fuori tutte le stelle, da Hernandez a Vela fino a Do Santos. Il nuovo tecnico, Miguel Herrera Aguirre, è un personaggio unico e sono praticamente certo che, tolto il Brasile, sarà l’assoluto protagonista del girone. Passano Brasile e Croazia. (Schachner)

Gruppo D – Italia, Inghilterra, Uruguay, Costa Rica

“Perdere e perderemo”, come diceva il presidente Borlotti. Alla fine è il girone del codice etico (una visione tutta letteraria che Prandelli dà all’espressione “se son forti vale tutto”) contro la tradizione e i calci in bocca. Mettiamo da parte il Costarica, che quasi interpreta il ruolo di vittima sacrificale (e probabilmente sarà la squadra che alla fine ci metterà più in difficoltà di tutte, state a vedere) e andiamo sull’Inghilterra. Per me Hodgson è uno dei selezionatori migliori in circolazione. Roy ceglie sempre i migliori, sa fare squadra, ha uno stile di gioco non troppo snaturante per i suoi e mette su un 4-4-2 che, al tempo, per un pareggio allenando la Svizzera (sempre contro l’Italia) fece innamorare Moratti e gli fece quasi prendere un cartone in faccia da Zanetti, uno che non picchierebbe neanche giocando a Street Fighter. L’Inghilterra ha un organico molto simile a quello italiano, un mix tra giovani ed esperti che hanno almeno un mondiale alle spalle; l’attacco è retto interamente da Rooney e Sturridg; in mezzo al campo sono tanti, tanti, tanti calci, come nella migliore tradizione britannica, con i vari Gerrard e Lampard (ovvero i due Palloni d’oro mai dati più scandalosi della storia). Credo molto nel concetto di collettivo messo su da Hodgson e sarà una rogna giocarci contro (voglio vedere Pirlo quante ne struscia contro quei due, per dire). L’Uruguay è una squadra fortissima, allenata da un grandissimo allenatore come Tabarez (storia bellissima è che un genio ora ottantenne, presidente di una squadra di calcio italiana e passato in giudicato per prostituzione minorile, abbia dato tempo di allenare a uno scalzacani come Seedorf e non ne abbia dato a Tabarez o Terim). Partiamo dall’attacco: Cavani, Suarez, Forlan, Hernandez, roba che glieli dici a Chiellini e Bonucci e cascano dal letto tipo Scoiattolo su “Up”. Ecco, io sul fatto che non prenderemo gol contro di loro ci credo poco. Il centrocampo ovviamente non è allo stesso livello (c’è pur sempre il da me amato Tata Gonzalez, ma esce da una stagione complicata sotto vari punti di vista) e tantomeno la difesa. In porta c’è “E’ tutta colpa del laser” Muslera. Se Tabarez gioca a farne uno in più, ci rovina. Arriviamo a noi, non segnamo da – boh – tipo un anno? Se ho capito come la vede Prandelli, la coppia davanti sarà Balotelli-Cassano (che suona un po’ come “mettiamoci in mano a Cristo”) con Cerci prima alternativa, e per me Immobile e Insigne giocheranno veramente poco (e Insigne, a occhio, per la poca pressione addosso potrebbe essere a mio avviso la variabile incontrollabile); in mezzo Verratti lo considero imprescindibile e il centrocampo non ha senso non sia a tre (con Pirlo e De Rossi, ma se Pirlo faticherà – cosa probabile – forse sarà più utile alla causa un Marchisio); la difesa per me dà più sicurezze in ruoli dove per molti altri è più debole, perché Darmian e De Sciglio ce li hanno in pochi veramente (così bravi in entrambe le fasi), mentre Bonucci e Chiellini li voglio vedere contro l’Uruguay (l’aspetto tanto ‘sta partita, si vede vero?). Insomma il mix è giusto, il problema è la testaggine di cazzo di chi è davanti (molti lo chiamano genio e sregolatezza, io lo chiamo così) ovvero del duo Antonio-Mario (che pare una coppia da film porno o un arrangiamento odierno di Totò e Peppino) che può assicurarti partite eccezionali, come dall’altra parte irretirti con leziosità e personalismi da buttarti nel pozzo di Batman. Io, fossi in Prandelli, formerei mai quella coppia: o uno o l’altro. Al massimo la rischierei col Costarica. Passano Italia e Inghilterra. (GiorgioP)

 

 


Archiviato in:al bar dello sport Tagged: brasile, croazia, gigi buffon, ilaria d'amico, Inghilterra, italia, mondiali di calcio 2014, uruguay

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